Oltre venti anni fa, iniziai a frequentare l’ambiente di forra. A quell’epoca ricordo che era una attività da speleologi, come alternativa all’usuale uscita in grotta.

Poiché non ero ancora muta munito, chiesi ad uno speleologo della vecchia scuola, nonché eccelso speleosub, se poteva prestarmi la sua.

Mi si presentò con uno straccio di neoprene, che mi è rimasto così fissato nella memoria, e che ancora oggi lo ho evidente davanti agli occhi:
lui andava proprio con quella cosa (tanto che dovetti prontamente restituirgliela), non era un succedaneo che mi prestava per avarizia.

La cosa che mi impressionò fu il contrasto tra l’aurea di bravo sportivo che aveva e la povertà dell’attrezzatura che usava, il che mi insegnò che è la testa che conta di più, e l’attrezzatura viene solo dopo, anzi a volte è solo un feticcio col quale coprire le proprie ansie e paure.

A venti anni di distanza, non sono diventato un bravo sportivo, ma porto con me i segni di quel primo approccio: il più evidente è la mia muta.

Ancora oggi la uso, da 3.5mm, molto più che quella da 5mm (chi mi conosce sa bene quanto sia caloroso).

Ieri, complice la nuova macchina da cucire, mi ha proprio fatto pena, e per farle capire che le voglio ancora bene, e che la voglio indossare ancora a lungo, ho cercato di tapparle le profonde ferite che oramai la percorrono in molte sue parti (sarà per me come il lenzuolo di linus?).

In particolare, un largo buco all’altezza del culo, che costringe spesso Michele a trovare ardite escamotage fotografici perché non rimanga impresso sulla pellicola della sua fotocamera, è stato coperto con un vecchio calzare di neoprene, squartato in due, per adattarlo alla nuova funzionalità di toppa.

Non sono riuscito ancora a risolvere il problema dei buchi sulle ginocchia perchè il braccio della macchina da cucire non passa dalle cavigliere, è un problema tecnico irrisolto al pari del pilastro ovest del Makalu.


4 commenti

utente anonimo · 3 Ottobre 2009 alle 08:14

Mi pare che almeno per le forre piu’ acquatiche, potresti affiancarle qualcosa di piu’ moderno….

andreapucci · 5 Ottobre 2009 alle 11:26

@#1: Ti ringrazio per la segnalazione. Userò quella tecnica per le ginocchiere.

In ogni caso alla colla neoprenica, per le piccole riparazioni (piccoli fori, tagli a triangolo), io affianco della gomma liquida come riempitivo nel caso di buchi più grandi ed in tutti quei casi in cui i lembi del tessuto non si accostano più.

andreapucci · 5 Ottobre 2009 alle 11:41

@#2: Hai ragione.

Ma ti assicuro che sono veramente caloroso, ho la 5mm da anni, ma ancora è quasi nuova, e ripiego spesso sulla bucatissima 3mm.

I miei amici ti potrebbero confermare.

Sono entrato con la 5mm all’Ovito di Pietrasecca, grotta acquatica, d’inverno: mi sono dovuto togliere la giacca, e rimanere con la salopette, perché sudavo troppo.

Ho sceso il Fosso di Santopadre con i soli pantaloni della 5mm, ad Aprile, mentre un amico (con la mia 3mm, prestatagli, completa) ha avuto problemi di ipotermia.

Sono rimasto tre ore incastrato sotto cascata, ad Aprile, in Corsica, con l’acqua a 4 gradi, ne sono uscito stordito, ma vivo. Il giorno dopo, facendo il bagno alle bocche di bonifacio, in proporzione l’acqua sembrava calda.

Per questo ed altro, la mia scassatissima 3mm mi va ancora a pennello.

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