Sabato 20 Settembre, Michele ed io scendiamo un affluente del Salto, sui monti reatini, in un vallone boscoso che si apre in una proprietà privata.

Entrando nella proprietà incrociamo dei taglialegna.

Loro si trovano di fronte a due strani individui, che invece di passare i fine settimana come i loro simili in qualche centro commerciale o davanti alla tv a seguire il calcio e la formula uno, provano divertimento nello scendere valloni acquatici, e ci lasciano passare con in volto un’espressione mista tra lo stupore e la pena.

E mentre ci allontaniamo, veniamo apostrofati con un ‘ma che mestiere fate?!’, come se le forze e l’energie fisiche debbano essere impiegate per qualcosa di più produttivo che andarsene a zonzo per torrenti.


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