Oramai è il secondo anno che scendo in Calabria, nel paese natìo di Michele, trovando ospitalità presso la sua eccezionale famiglia, eccezionale, perché oltre ad essere una famiglia affiatata, è costituita da persone particolari per doti personali e storie di vita, ognuna delle quali meriterebbe di essere narrata in un post specifico: una prova in più che buon sangue non mente.

Come arrivo la sera, la mattina del giorno dopo (sveglia alle 4:30), il 12 Agosto, ci spariamo subito una prima esplorazione: la parte alta del Canale San Nocaio, affluente del fiume Lao (vedi post http://andreapucci.satellitar.it/?p=11).

Il torrente si apre il corso in un grandioso ambiente di calanchi.

La temperatura è quasi primaverile, molto al di sotto della media stagionale, peccato che rimarrà così solo per un giorno.

La roccia in cui si apre il torrente è diversissima dagli strati orizzontali e compatti del vicinissimo Canale Castiglione, nonostante quest’ultimo confluisca poco più a valle del nostro.

Passaggio in una frana ciclopica.




Superato il tratto di inforramento, il torrente prosegue orizzontalmente, ma il greto viene invaso dalla vegetazione, intercettiamo una traccia di sentiero che ci porta fuori.


5 commenti

utente anonimo · 22 Agosto 2008 alle 13:33

Mi chiamo Giuseppe.E’ un piacere conoscerti.Vorrei un’informazione sulla gola del Gafaro a Nebbia.Sono state lasciate le soste per le calate in doppia o vanno piazzate le piastrine?

Per accedere alla testata bisogna fare il sentiero per Serra Croce verso il Cannittello?

Grazie

utente anonimo · 22 Agosto 2008 alle 16:17

Domanda stupida.E’ chiaro che le soste ci sono,chi risalirebbe per toglierle??

Comunque sono in buone condizioni?

Nel Galatro l’anno scorso abbiamo sostituito qualche cordino.

Un’altra cosa:quali sono i tempi di discesa?

Grazie

andreapucci · 22 Agosto 2008 alle 18:18

Caro Giuseppe, la tua domanda sulle soste non è per niente scontata.

Nella nostra discesa abbiamo realizzato armi di tipo esplorativo utilizzando corde particolari, il che ci ha permesso di concatenare fino a sei salti insieme senza dover spittare ad ogni sosta: per cui è assolutamente indispensabile effettuare un armo sulla maggior parte delle soste dove manca, pena il rischio di non poter recuperare le vostre corde.

I salti sono una cinquantina. Il sentiero di avvicinamento è quello per serra la Croce, da abbandonare una decina di metri prima per una traccia che punta decisamente nel greto.

I tempi di percorrenza saranno molto lunghi, considerando che avrete da chiodare per qualche decina di soste.

Per risparmiare tempo, vi conviene abbandonare verso la fine il torrente, in corrispondenza di una sorgente perenne, per un sentiero sulla dx (attenzione all’esposizione).

>Nel Galatro l’anno scorso abbiamo sostituito qualche cordino.

Lo abbiamo percorso la settimana scorsa, sostituendo qui e lì qualche piastrina piallata dalle piene ed aggiungendo uno/due fix. Abbiamo effettivamente trovato dei cordini quasi nuovi.

utente anonimo · 24 Agosto 2008 alle 12:01

Ciao, sono Giovanni, una guida del raganello, volevo complimentarmi per le attività che svolgi, e, se avrò piacere di conoscerti, chissà, potremmo anche fare qualche forra insieme.

Complimenti per tutto!

andreapucci · 25 Agosto 2008 alle 15:18

Grazie Giovanni, ho piacere che il blog venga seguito da persone che, come me, esprimono negli atti il piacere di frequentare i luoghi più incontaminati e di entrare con essi in sintonia.

Il problema di questa categoria di persone (cioè di noi) è che siamo sufficientemente orsi e cani sciolti da evitare di coalizzarci e far valere le ragioni del preservare la natura in una forma incontaminata.

Preferiamo snobbisticamente chiuderci nel nostro mondo.

Puoi contattarmi privatamente su puandrchiocciolagmail.com

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