Abbiamo risalito ieri i 600mt della spalla sx del Fosso dei Carbonari, sul versante laziale della Laga, sotto un sole estivo.

Siamo arrivati agonizzanti all’attacco del fosso, anche l’acqua di scioglimento dei nevai sembra tiepida tanto la gionata è torrida, abbiamo preferito lasciare la muta dentro lo zaino e scendere con il vestiario normale, per trovare un pò più di refrigerio.

Il fosso è conosciuto ed è stato risalito lateralmente aggirando le cascate, in più punti dovendosene allontanare decisamente, ma nessuno lo ha prima di ora sceso in tecnica torrentistica seguendone il corso.

La continuità delle cascate è impressionante, a parte un tratto in cui ne abbiamo sceso in libera un paio, la norma è rilanciare la doppia direttamente dal punto dove ci si è precedentemente calati, senza quasi la necessità di avanzare di un metro.

Terminata la scarsa riserva idrica, ci approvvigioniamo direttamente dal torrente, ma l’acqua di scioglimento è talmente povera di sali minerali che bevo senza dissetarmi.

Le calate sono tante, i tiri da 50 metri si sprecano, arriviamo al punto di uscita alle 20:15, ma abbiamo un’altra ora e mezza di sentiero prima di giungere all’auto. Ci scordiamo la partita dell’Italia.

Più la giornata passa, più aumenta la portata, il sole fa il suo effetto sui nevai in quota.

Arrivo a casa a mezzanotte, trovo moglie e bimbi che dormono come angioletti: è arrivato finalmente il momento di potersi coricare.


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