Non sono un amante dei grandi numeri e dei gruppi di persone, ho una ben precisa filosofia dello stare assieme in montagna (che avrò modo di esplicare in qualche altro post), che mi porta a selezionare le persone sulla base della fiducia e del sapere di poterci contare in caso di necessità.


Ma d’altra parte non sono neanche un amante delle solitarie. Nell’attività sportiva preferisco senz’altro lo stare in compagnia, per condividere con gli altri le proprie esperienze. Se viene meno la compagnia però, non mi tiro indietro all’alternativa che mi si pone di uscire ugualmente, ma da solo. D’altra parte le solitarie hanno un grande vantaggio, il passo ed il ritmo li decidi te: spesso da solo riesco a coprire maggiori distanze con minore fatica.


Questo è il caso; il giro del monte Ginepro. Scoprirò, una volta fattolo, essere il più impegnativo tra le escursioni con gli sci da fondo che abbia mai realizzato sul Velino, per l’austerità dell’ambiente, la delicatezza di alcuni passaggi, il senso di orientamento, la lunghezza e la continuità dell’impegno fisico. Nonostante ciò sono rientrato in condizioni fisiche migliori di altri giri più brevi e più facili.


Questa volta, poiché non l’ho mai percorso prima, e per non sbagliarmi, come la domenica passata, sul Mercaturo, ho scaricato la carta IGM sul palmare. Partendo mi accorgo però che la georeferenziazione è errata, nella proiezione sulla carta sono notevolmente spostato rispetto alla posizione reale, devo aver confuso l’ellissoide di riferimento o qualche altra diavoleria. Il programma è obsoleto e non mi permette di reimpostare la carta mediante punti noti. Va bene ugualmente, mi accontento della quota che il GPS oggi mi dà con una precisione quasi al metro.


Devo dire che oggi mi è favorevole un altro elemento essenziale, la neve, per quanto scarsa a bassa quota (Mercoledì ero passato in zona e ce n’era molta di più, se continua questo caldo, per Pasqua non ce ne sarà granchè), tanto che spesso devo togliere e mettere gli sci nei punti più esposti al sole.
Oltre i 1600m invece la copertura è continua, la neve è bella trasformata rispetto alla domenica precedente, portante. Mi permette di tagliare in sicurezza i pendii del Morrone e poi dell’Uccettù, che con altre condizioni, sarebbe stato ben più problematico.


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