Mi è finalmente arrivata la colla americana, la Shoe Goo.

A questo punto posso già fare un iniziale confronto tra questa e la Bostik Gomma.

La Shoe Goo ha un aspetto gelatinoso, una volta asciutta tende a mantenere il volume (mentre la Bostik tende a restringersi asciugandosi), quindi sembrerebbe più adatta dell’altra a colmare buchi e screpolature, o come coprente di superfici (per irrobustire le parti della tomaia soggette a sfregatura).

Di contro la Shoe Goo utilizza un solvente, il tetracloroetilene, molto pericoloso in caso di inalazione (in quanto agisce come depressivo del sistema nervoso centrale) ed a contatto della pelle (in quanto dissolve i tessuti adiposi): un bel teschio stampato sul tubetto stà lì a rammentarlo.

Oltre ad essere pericoloso il solvente è anche troppo potente, nel senso che mentre la Bostik ha un tempo di asciugatura lento e costante, e dopo una quindicina di minuti, quando inizia ad essere asciutta al tatto, le parti sono pronte per essere incollate tra loro, e dà comunque un certo margine temporale per effettuare tale operazione.

La Shoe Goo ha invece un tempo di asciugatura di pochi minuti, e non dà margini di errori: quindi rischi o di fare l’incollatura troppo presto, e quindi la colla, troppo morbida, fuoriesce dalle parti mentre le premi tra loro, o troppo tardi, e quindi le parti non si incollano più perché la colla è praticamente già asciutta.

Nel mio caso, al primo tentativo di incollaggio delle Canyoneer 2 con la SG, memore della Bostik, ho aspettato un quarto d’ora, ma quando sono andato ad accostare la suola alla tomaia, la colla si era talmente troppo asciugata che le parti non facevano presa tra loro in modo soddisfacente. Tanto che ho dovuto rifare daccapo l’operazione.

Al secondo tentativo, ho dovuto passare con un pennello (evitando di toccarla con le mani), molto velocemente su entrambi le parti, suola e tomaia, in maniera tale da terminare la stesura della colla in pochi minuti.

Accostando le parti, la colla però era rimasta eccessivamente morbida, tanto da non garantire l’effetto di tenuta; e le martellate, a differenza di quanto avvenuto incollando le Camp Four con la Bostik, non avevano l’effetto di mantenere in pressione le parti ed agglomerare il tutto in un unico strato di colla.

La colla non dà lo stesso effetto cementificante della Bostik, e le parti non risultano strettamente solidali, tanto che è risultato necessario colare altra colla lungo le fessure per colmarle, cosa che non garantisce certo la migliore tenuta nel tempo.

Inoltre la scarpa nei due giorni successivi odorava ancora fortemente del solvente, nonostante fosse ad asciugare in un luogo aerato, e soltanto dopo tre giorni aveva raggiunto l’asciugatura ideale.

Per quanto riguarda le prove di tenuta vi terrò aggiornati in un prossimo post.


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